“Aneurin”: il sorprendente romanzo di Silvia Grifoni nella recensione di Lisa Lambrecht.
TRAMA
Inghilterra, XIX secolo. Aneurin è un giovane che ha paura del mondo e della gente. Seppur bello come un angelo subisce gli effetti di una malattia e soffre una condizione fisica particolare che lo fa sentire diverso e sempre come in attesa di salire due scalini mancanti. É questa la distanza immaginaria che lui percepisce fra sé e tutti gli altri. Sogna un mondo migliore, pieno di poesia e di alti ideali, dove vi sia posto soprattutto per i diversi e per chi vive ai margini. Un mondo fatto tutto a modo suo. Lo cerca nei miti, nei versi dei grandi e nei significati nascosti dietro alle piccole cose. Ma il destino cambia le sue giornate solitarie costringendolo a lasciare l’amata fattoria dove è cresciuto e a raggiungere un piccolo paese di pescatori affacciato sul mare del Nord, dove dovrà insegnare nella prima classe della scuola elementare. In questa nuova realtà cambierà vita e farà la conoscenza di un particolare gruppo di persone. Ognuna di queste, nel suo genere e a suo modo, saprà aiutarlo a scoprire possibilità che non credeva di avere, a provare sentimenti che non pensava di poter vivere e a cambiare occhi in un viaggio nel quale saranno tutti compagni.
RECENSIONE
Aneurin è il nome del protagonista del primo romanzo di Silvia Grifoni che dà anche il nome a questa appassionante opera. Questo accattivante personaggio, magistralmente definito, non è solo un ragazzo dell’Inghilterra del XIX secolo, ma di tutti i tempi. Rappresenta un emblema della giovinezza con tutte le sue inquietudini, un’icona della logorante lotta interiore contro paure e limiti tipica del passaggio all’età adulta.
Aneurin è un’anima buona, sensibile, pronta nel suo bisogno d’affetto e d’accettazione ad aiutare gli altri senza pretendere nulla in cambio. Desidera trasmettere valori ai suoi alunni e li vuole accompagnare a trovare quel ruolo che forse è stato prestabilito per ognuno di noi all’interno dell’insondabile mistero della vita. Sì, anche lui ha dovuto combattere per trovarlo, accettando la sua deformità, la sua malattia, il distacco dai suoi genitori. Infatti ancora giovane e bello si ammalerà di una forma di tubercolosi invalidante e conoscerà il dolore arrecato dal lutto dei suoi cari.
Intrappolato nella solitudine e nell’infelicità data da schemi sociali dai quali non riesce a emanciparsi, nel corso del romanzo riesce a togliersi gli occhiali dalle lenti colorate che gli alterano la realtà (il richiamo è a quelli blu Kantiani) per indossarne un paio trasparenti. Anche grazie alla sua forza d’animo scoprirà un mondo nuovo e la felicità interiore. Intreccerà legami profondi con persone della cittadina dove va a insegnare, in cui ritroverà la sua dimensione, finalmente consapevole di sé. Infine Aneurin, ormai libero da sterili conformismi e bigottismi sociali guidato dal vero amore, metterà su famiglia, non data da legami di sangue, ma dalla potenza degli affetti. Si unirà ad Anne adottando suo figlio Tim, rimasto senza padre, e l’orfano Andreas.
Silvia Grifoni riesce a guardare nel profondo tutti i personaggi descrivendoli a tutto tondo. Non ne tralascia il lato comico di alcune sfumature caratteriali e quello tragico quando si trovano preda di angosce, ansie e paure.
Un romanzo delicato che suscita innumerevoli emozioni nel lettore che si impersonifica nelle varie figure. Lo stile di scrittura risulta fluido e rilevante la ricostruzione storica.
Lisa Lambrecht
DETTAGLI
Editore | youcanprint |
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Collana | narrativa |
Data di pubblicazione | novembre 2015 |
Lingua originale | Italiano |
Peso di spedizione | 680 g |
Lunghezza del libro | 386 |