Interviste

Intervista a Davide Rocco Colacrai: uno dei più interessanti poeti italiani contemporanei.

Il poeta Davide Rocco Colacrai

Buonasera Davide. E’ un onore avere ospite, nel mio salotto letterario virtuale, uno dei più interessanti poeti italiani contemporanei. In questa stanza che sa di carta di libri, di legna di camino, di fragranze fruttate di bottiglie stappate di rosso, il tempo si ferma. Si entra in una dimensione parallela dove i pensieri, le parole si generano dal cuore. In fondo nei tempi antichi, questa era la convinzione. Quando ho aperto la porta per farti entrare, pensavo di imbattermi in un uomo sulla sessantina, un po’ impostato e rigido. Invece…, che sorpresa! Mi sono trovato davanti un giovane che a mala pena può arrivare ai quarant’anni, di bell’aspetto, elegante, dai modi gentili, ma informali. Chi sa! Forse la poesia, nell’inconscio collettivo, è rivestita di un’aura aulica che profuma di saggezza e quindi di esperienza, di lungo e faticoso cammino di vita.

Partiamo proprio da qui Davide. Credi che il poeta non abbia età? Che sia una persona che abbia dei canali aperti dove possa fluire l’ispirazione? Che abbia quella sensibilità di vedere la bellezza anche nel naturale processo di corruzione della vita?

Innanzitutto grazie per avermi accolto nel Tuo salotto letterario. Mi hai posto alcune domande molto interessanti, che mi permetto di riassumere in questo modo: pensi che il poeta sia una specie di medium?

Un tempo, quando ero più giovane, con meno esperienza, e probabilmente anche meno “strutturato”, lo credevo e ne ero profondamente convinto. Andavo affermando che il poeta è dotato di una sensibilità particolare con la quale si avvicina, senza una necessaria identificazione e/o sovrapposizione, a questa figura. Oggi condivido una parte di quella convinzione, nel senso che vedo nel poeta (prescindendo dalle strutture fisiche, dall’apparenza e dalla tangibilità) un’anima dall’età non misurabile che resta bambina. Un’anima esperienziale e allo stesso tempo curiosa e attiva, aperta e attenta a quanto di nuovo appare sul suo percorso. Ricettiva, è dotata della capacità di intuire, captare e percepire energie che altrimenti restano sospese. Il poeta individua e si identifica nella bellezza anche dove gli altri non la vedono. E’ attratto da ciò che esprime speranza e vita nella decadenza, nel superfluo che ci circonda. Dal silenzio. Da un piccolo gesto in cui si nasconde un universo. Coglie ciò che non è stato promesso, ma mantenuto.

La poesia può essere definita un’istantanea di eternità? Un’emozione, una riflessione capace di commuovere, di scuotere, di far riflettere al di là del tempo e dello spazio?

Per quanto mi riguarda, la Poesia non può essere definita. È, allo stesso tempo, tutto e niente: dunque una contraddizione che ontologicamente non si compie pur essendo, che si afferma non lasciandosi prendere, che non c’è ma è dentro di noi.

Alcuni tuoi componimenti toccano temi sociali importanti. Sono radicati bene nella realtà. Impegnati, si sporcano nel fango dell’esistenza e delle debolezze umane. Tuttavia, improvvisamente, si scrollano di dosso il contesto e si proiettano verso una prospettiva di luce e di speranza. Quasi che conducano il lettore a una catarsi o meglio a un’occasione di catarsi. È solo una mia impressione?

È molto difficile, per me, rendermi conto, pienamente, di quanto scrivo. È un po’ come avere tanti figli e pretendere di conoscerli tutti a 360 gradi: cosa, almeno per me, impossibile. Tuttavia posso dire con certezza che le mie poesie sono di tipo storico-civile, immerse come dici tu “nel fango dell’esistenza e delle debolezze umane”. Poesie che raccontano, prendono posizione e hanno il coraggio di essere liberamente e pienamente nel loro messaggio. Non escludo che ognuna di esse, nel rispetto della brutalità della loro natura (diciamo così), sia anche portatrice di speranza, o forse di una dolcezza e comprensione materne. Mi fai pensare che, con questa dualità intrinseca e forse necessaria, le mie poesie hanno un carattere che le fa assomigliare a me: quante volte mi è capitato di essere stato convinto, con tutto me stesso, di essere arrivato al capolinea di un percorso per poi trovare, in fondo, in una parte nascosta, prima della fine, lo slancio necessario per ripartire, per credere una volta ancora, e forse più di prima.

Quando componi le tue opere, sperimenti una passione dell’essere? Un travaglio interiore da cui si genera la vita dall’oblio? In poche parole è faticoso il processo creativo poetico?

Il processo creativo dipende da poesia a poesia. Alcune nascono con un respiro e non ricordo neanche di averle scritte. Pertanto sentirle leggere, anche ad anni di distanza, è una sensazione straordinaria, come una prima realizzazione consapevole, una presa di coscienza, di una mia creatura e di chi sono, di una parte di me. Altre, invece, richiedono sangue e sudore, una passionatezza che scortica, che porta a galla un dolore che pretende prima un affronto e poi il perdono: un incontro/scontro con me stesso.

Il poeta Davide Rocco Colacrai riceve un riconoscimento

Davide, sono rimasto impressionato nello scoprire quanti riconoscimenti sono stati assegnati alle tue opere. Circa seicento. Alcuni di carattere internazionale. Per citarne alcuni:

  • Premio “Luigi Grillo” di Afragola;
  • Premio “Giulio Enaudi” di Paternò;Premio “Cinque Terre – Golfo dei Poeti: Sirio Guerrieri”;
  • Premio“Giugno Locrese” (uno dei più longevi e prestigiosi premi letterari italiani);
  • Premio Mondiale di Poesia “Nosside” (Patrocinio Morale dell’UNESCO) con Cristo con violino;
  • Trofeo Internazionale “Medusa Aurea” organizzato dalla Accademia Internazionale di Arte Moderna di Roma (Poesia Inedita, Categoria Nazionale);
  • Premio Letterario Mondiale “Golden Aster Book” organizzato dalla Aster Academy con Il mare è la nostra selva e la nostra speranza – dedicata a Reinaldo Arenas (Cuba, 1979).

Quando sono iniziati ad arrivare i premi, è stata una sorpresa? Che importanza hanno avuto nel farti consapevole del dono poetico di cui sei portatore? Senti una mission, una responsabilità nel comporre?

Ti confesso che ogni riconoscimento, dal più piccolo al più prestigioso, è una sorpresa. Ho imparato negli anni a non dare per scontato niente. Tantomeno che una mia poesia (proprio per i temi che tratta, dicevo prima: per la brutalità della sua natura) possa piacere, essere apprezzata e premiata. Questo impegno verso me stesso, di non dare niente per scontato, mi aiuta molto nella elaborazione e nella espressione di questo che considero un dono, nella misura in cui non sento alcuna responsabilità né nelle cose che voglio dire, né nel modo in cui le voglio dire e le dico. Diciamo che, al momento, ho una piena libertà riguardo le posizioni, ovviamente non politiche, che i miei versi delineano, affermano. Una libertà di cui sono molto geloso. Pertanto ho una sola responsabilità: quella nei miei confronti, verso la mia coscienza ed etica. Una responsabilità all’onestà, a dire il vero, a non fingere.

Davide, oggi molti scrivono poesie a schema libero, ossia non seguendo metrica, né rima. Personalmente sono favorevole a liberare l’espressività dell’artista da lacci e catene. Tuttavia, spesso autori alle prime armi confondono quelli che sono più aforismi e pensieri profondi per versi poetici. Secondo te, dove sta il confine?

Credo fermamente nella libertà di esprimersi. Credo altresì che ognuno di noi dovrebbe coltivare il dono di cui è stato dotato senza imitare nessuno. Allo stesso tempo credo che il confine, tra chi scrive poesia e chi scrive altro, sia dato proprio dal dono, dal talento, e dalla sincerità con se stessi.

So che ami lo sport e praticarlo immerso nella natura quando ti è possibile. Il contatto con la nostra Madre Terra ti aiuta a trovare una dimensione dello spirito propedeutica alla tua produzione poetica? In fondo la terra è femmina, generatrice…, no?

Amo molto la natura perché mi permette di rilassarmi e ritrovare l’equilibrio, sia spirituale sia umano, che il quotidiano, con i suoi molteplici impegni, con la fretta e il caos, mette spesso a rischio, tende a turbare, a consumare. Ciò assume maggiore importanza se consideriamo che il poeta, quello vero, come dicevo prima, è dotato di una straordinaria sensibilità che ha il dovere di preservare.

Ami presentare le tue raccolte poetiche sotto forma di spettacoli, dove vi è una contaminazione di più forme artistiche. Quindi le tue poesie entrano nei teatri potenziate, nella loro capacità suggestiva e comunicativa, da coreografie di balletti e dalla recitazione. Ormai questi spettacoli ti hanno portato in un pellegrinaggio artistico che ha toccato tantissime città italiane. Mi puoi parlare di questa esperienza?

L’idea è nata dal fatto che in Italia non si legge poesia e si fa predominare sempre e comunque la prosa. Sono stato spinto anche dalla constatazione che, quando parliamo di poesia, il pensiero predominante tende a collocarla in uno spazio lontano, oserei dire spirituale o metafisico, comunque irraggiungibile. Con queste tournee di poesia in teatro (mi piace chiamarle tournee perché ogni libro ne ha avuta una) ho avuto l’occasione di dimostrare il contrario. Ho vestito le poesie, quelle più visuali, più adatte ad essere rappresentate, e le ho portate alla gente, facendo capire quanto le storie che racconto ci riguardano, sono ogni giorno con noi e spesso anche dentro di noi, e quanto la struttura mentale che ereditiamo dal percorso di studi nei confronti della poesia sia una bugia che fa male a noi e alla mia poesia stessa. Devo dire che, in questa sperimentazione, abbiamo raccolto giudizi molto positivi, che alimentano ulteriormente il mio desiderio di tornare sul palco per condividere i miei versi e riflettere insieme.

Davide ringraziandoti per la tua disponibilità e gentilezza, termino questa intervista riportando una tua poesia tratta dal tuo ultimo lavoro: “Asintoti e altre storie in grammi” pubblicato da “Le Mezzelane Casa Editrice”. È un componimento che hai dedicato a David Lazzaretti, una figura a cui sono molto legato. Un pensatore, un visionario sociale, un mistico che ebbe il coraggio di credere in un mondo migliore.

Ruach (a Davide Lazzaretti)

Ho un cuore di pigna, istruito dal silenzio degli alberi

quando li tocca il vento,

voce primordiale di un grembo

che tramuta le storie in humus, la terra in preghiera,

i fantasmi in pane;

furono educate, le mani, dalla postura dell’amore,

dalla croce madre delle parole,

dalla follia dei sogni

che tormentava l’osso buono del mio Cristo,

la ferita della mia gente,

e il dissapore della rugiada, che benedicevano il mio nome;

le stagioni la mia casa.

Siamo sacri come il punto interrogativo che feconda,

nudo d’ombre, il cielo.

Noi quel c’era una volta tatuato al mondo.

Cenni biografici autore e opere.

Giurista e Criminologo, Davide Rocco Colacrai partecipa da dodici anni ai Premi Letterari e nel frattempo ha ricevuto numerosi riconoscimenti, molti anche internazionali ed europei. Tra gli ultimi: il Premio “Città di Tollo”, il Premio della Giuria al Premio Biennale “Ugo Carreca” e il Premio Letterario Europeo “Massa, città fiabesca di mare e marmo” (aggiudicato per il secondo anno non consecutivo).

Ė autore dei seguenti libri:

Frammenti di parole (2010); SoundtrackS (2014); Le trentatré versioni di un’ape di mezzanotte (2015); Infinitesimalità (2016); Istantanee Donna (poesie al femminile) (2017); Il dopo che si ripete, sempre in sordina (2018); PolaroiD (2018); Asintoti e altre storie in grammi (2019).

Che ama presentare sotto forma di spettacoli di “poesia in teatro”, con cui gira da alcuni anni l’Italia. Per le sue performance poetiche ha ricevuto il Premio “Affabula – L’arte di raccontare storie” dal Comune di Fucecchio.

Hanno scritto di lui Alfredo Rienzi, Carmelo Consoli, Livia de Pietro, Armando Saveriano, Italo Bonassi, Flavio Nimpo, Mauro Montacchiesi, Gordiano Lupi, Alfredo Pasolino, Stefano Zangheri e molti altri.

Nel tempo libero, insegna matematica, studia recitazione, è autore radiofonico per whiteradio.it, colleziona 45 giri da tutto il mondo (ne possiede duemila), ama leggere, praticare sport all’aria aperta con il suo cane Mitty e viaggiare.

Riferimenti e contatti autore

Emaildavide.colacrai@gmail.com
Pagina Facebookhttps://www.facebook.com/DRColacrai/
Instagramhttps://www.instagram.com/david_lupus

Asintoti e altre storie in grammi

Immagine di copertina

Dettagli libro

TitoloAsintoti e altre storie in grammi
AutoreDavide Rocco Colacrai
EditoreLe Mezzelane Casa Editrice
GenerePoesia
FormatoLibro
Pagine80
PubblicazioneLuglio 2020
Prezzo21,29 Euro
Link di acquisto
https://www.amazon.com/Asintoti-altre-storie-grammi/dp/8833282945/ref=sr_1_1?keywords=asintoti+e+altre+storie+in+grammi&qid=1600675038&s=books&sr=1-1

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