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“Le armi della luce” di Ken Follett 

Immagine di copertina

Sinossi

Il quinto capitolo della saga di Kingsbridge. “Le armi della luce” si svolge tra il 1792 e il 1824, un’epoca di grandissimi cambiamenti in cui il progresso si scontra con le tradizioni del vecchio mondo rurale e il governo dispotico è determinato a fare dell’Inghilterra un potente impero commerciale.

A Kingsbridge l’industrializzazione si fa rapidamente strada riducendo alla miseria la maggior parte della popolazione dedita alla manifattura tessile, la principale fonte di reddito della città. La vita di un gruppo di famiglie collegate tra loro viene stravolta dalla nuova era delle macchine, mentre imperversa la guerra con la vicina Francia di Napoleone Bonaparte che giunge alla sua epocale conclusione con la battaglia di Waterloo. Scoppiano le rivolte del pane, gli scioperi e la ribellione contro l’arruolamento forzato nell’esercito.

Una coraggiosa filatrice, un ragazzo geniale, una giovane idealista che fonda una scuola per bambini disagiati, un commerciante di tessuti travolto dai debiti del padre, una moglie infedele, un operaio ribelle, un artigiano intraprendente, un vescovo inetto, un ricco imprenditore senza scrupoli sono solo alcuni dei personaggi che animano questa storia indimenticabile. Eroine ed eroi carismatici combattono per un futuro libero dall’oppressione, personaggi cattivi e perversi cercano di mantenere ad ogni costo i loro privilegi in un complesso intreccio ricco di dettagli storici accuratamente documentati.

Recensione

Le armi della luce è un romanzo storico scritto da Ken Follett e pubblicato in Italia da Mondadori nel 2023.

Le vicende narrate si svolgono principalmente nell’Inghilterra sud-occidentale tra il 1792 e il 1824. Un arco temporale che vede una saliente accelerazione del processo di industrializzazione nel settore tessile inglese e una profonda trasformazione della società con la nascita del movimento operaio.

La storia inizia in un piccolo villaggio rurale, governato ancora da retaggi medioevali, dove la maggior parte delle terre e delle case appartengono al signore locale e gli uomini sono perlopiù braccianti.

Sal Clitheroe perde il marito mentre sta lavorando nei campi a causa della prepotenza e la stupidità del figlio del possidente di Badford. Rimasta sola con un bambino di 4 anni, non ce la fa a tirare avanti filando la lana grezza che gli viene consegnata a domicilio dal giovane imprenditore Amos Barrowfield. Chiede al signore di Badford un sostegno, dovuto per consuetudine alle donne rimaste vedove per la morte dei mariti durante il servizio nelle campagne. Come risposta, è costretta a mandare il figlio a lavorare senza paga nella sua dimora: lucidare stivali, pulire camini per vitto e alloggio. Lo può vedere solo la domenica pomeriggio per poche ore.

Il bambino, Kit, rimane ferito gravemente travolto dal cavallo dello scellerato secondogenito del padrone del villaggio che era già stato causa della morte del marito. Lotta tra la vita e la morte. Quando si rimette, Sal lascia con lui il paese per raggiungere la cittadina di Kingsbringe, non prima di aver affrontato e colpito con un pugno quell’arrogante uomo che prova per lei un profondo e insensato disprezzo.

Una vera e propria eroina che decide di fare un salto nell’ignoto verso una vita che non sa dove l’avrebbe portata, ma determinata a sfuggire alla miseria e alle vessazioni di un’aristocrazia terriera che si sente titolare di diritti sulla vita delle persone umili e che considera al pari di esseri abietti da cui evitare ogni contagio.

Nella nuova città, riesce a contattare l’imprenditore tessile per il quale ha lavorato a domicilio. Destino vuole che abbia appena aperto un opificio: per la prima volta, il lavoro di filatura non viene somministrato nelle campagne, ma concentrato in uno stabilimento in cui donne e uomini si ritrovano giornalmente per prestare la loro opera coadiuvati da macchine mosse dal vapore. Sal Clitheroe entra a far parte delle maestranze insieme al figlio.

A questo punto il romanzo diventa una vera e propria sinfonia, dove si inseriscono indimenticabili personaggi come strumenti che di volta in volta arricchiscono la melodia. Una città intera si svela con le sue dinamiche, valori, speranze, passioni, ingiustizie e le lotte per contrastarle.

Figure narrative si elevano titaniche. Ognuna pensa e agisce a seconda dell’estrazione sociale, del proprio vissuto, della propria indole. Ognuna legata alle altre in un’inscindibile e reciproca influenza. Follett ha una capacità impressionante di calarsi nelle vite dei personaggi. Non le racconta, le vive! Percepisce i loro dolori, gioie, speranze e le fa scaturire dai dialoghi.

Così nell’incalzare degli eventi, si parla della condizione della nascente classe operaia, dei suoi primi tentativi associativi e delle leggi del governo inglese per reprimerli. Primi vagiti di un movimento che non chiede solo orari di lavoro più umani e un salario che garantisca la sussistenza, ma pari dignità tra uomini e uguaglianza difronte alla legge, invocando un codice civile moderno come quello emanato nel 1804 da Napoleone, che in quegli anni sta mettendo a ferro e fuoco il continente europeo.

Imprenditori illuminati e progressisti si contrappongano ad altri avidi e conservatori; la chiesa anglicana al movimento metodista che proprio in quegli anni si sta radicando nella società inglese, invitando i suoi fedeli, tra le altre cose, al servizio ai carcerati e alle persone in situazioni sociali di povertà e abbandono; il desiderio e bisogno di pace per sviluppare i commerci alla guerra necessaria per fermare Buonaparte e le idee rivoluzionarie francesi.

L’analisi della società inglese del tempo, con il suo disperato bisogno di maggiore equità, viene sviluppata da Follett magistralmente. E ciò non solo perché lo contraddistingue una profonda empatia nei confronti dei soggetti più fragili, ma anche per una vera adesione ai principi progressisti che ha sempre sostenuto nell’attivismo politico nel partito laburista. Inoltre, questa necessità di giustizia sociale non si palesa con discorsi roboanti e noiose elucubrazioni, tutt’altro, si manifesta nell’esistenza di uomini e donne che soffrono, gridano, piangono, odiano, lottano.

Il lettore prova spesso disgusto per alcuni personaggi, per le loro raccapriccianti azioni e la cinica mentalità. Tuttavia, sorprende come lo scrittore entri nella psiche di queste figure grigie e ce ne presenti il comportamento come conseguenza di un pensiero logico che si posa su motivazioni in parte incontrovertibili, anche se ispirate da precisi ed egoistici interessi.    

In verità, nell’animo di tutti i personaggi, come nella realtà, sono presenti diverse quantità di luce e oscurità: alcuni brillano di più, altri oscurano di più. Così, sulla bella moglie del vescovo di Kingsbringe si spande l’ombra dell’adulterio: da una parte vittima delle circostanze di vita e più in generale della condizione della donna dell’epoca, ma allo stesso tempo carnefice, anche solo per il fatto di non aver rilevato la relazione extraconiugale e una gravidanza illegittima per paura dell’ostracismo sociale. Altro esempio può essere l’operaio Jarge, instancabile lavoratore, che per timore dei licenziamenti dovuti all’introduzione delle macchine, aderisce al movimento del luddismo, che ha come scopo la distruzione intenzionale di impianti meccanici di produzione.  

E sullo sfondo la guerra contro Napoleone che porterà molti dei protagonisti a ritrovarsi a Waterloo, nella grande battaglia che sancirà il tramonto dell’imperatore francese.

Ken Follett è superbo nel tenere l’attenzione del lettore per 688 pagine, facendogli chiedere fino all’ultimo cosa accadrà dopo. Una penna leggera che segna nel profondo; genera emozioni; porta via. Una trama sostenuta da un’impalcatura magistrale, dove nulla è lasciato al caso, come quelle che un tempo portavano all’elevazione delle grandi cattedrali gotiche. La ricostruzione del periodo e degli eventi storici è anch’essa formidabile grazie al sostegno dato all’autore da un’equipe di esperti di massimo livello, senza nulla togliere alla vasta conoscenza che tutti noi sappiamo contraddistinguere Ken Follett. Un plauso, infine, va anche alla traduttrice Annamaria Raffo capace di mantenere in italiano il greep narrativo anglofono.

Dettagli del libro

TitoloLe armi della luce
AutoreKen Follett
EditoreMondadori
GenereRomanzo storico
FormatoLibro
Pagine 689
PubblicazioneSettembre 2023
PrezzoEuro 27
Link di acquisto
https://www.amazon.it/armi-della-luce-Ken-Follett/dp/8804760591

Cenni biografici autore

Lo scrittore Ken Follett

Ken Follett, all’anagrafe Kenneth Martin Follett, nasce a Cardiff, il 5 giugno 1949. Fin da piccolo, sviluppa un grande interesse per la letteratura. All’età di dieci anni si trasferisce a Londra con la famiglia. Nel 1967 è ammesso allo University College di Londra dove studia filosofia. In quel periodo, inizia anche a impegnarsi nella politica di centro-sinistra. Dopo la laurea frequenta un corso di giornalismo che lo porta a lavorare come apprendista reporter a Cardiff e, in seguito, in una redazione televisiva di nuovo a Londra.

Lascia il giornalismo e diventa vice-direttore generale di una piccola casa editrice. Nel mentre, la sera e nei fine settimana, scrive romanzi come hobby. Il successo arriva lentamente nel 1978 con la pubblicazione de La cruna dell’ago

Sempre alla fine degli anni Settanta, nello svolgimento di attività per il partito laburista britannico, conosce Barbara Hubbard, un deputato del Parlamento che in seguito diventerà ministro della cultura nel governo di Gordon Brown. Dopo un divorzio, la sposerà 1985.

È ritenuto uno dei più grandi narratori dei nostri tempi, raggiungendo la prima posizione del New York Times best seller list con molti dei suoi romanzi. Due suoi libri, I pilastri della terra e La cruna dell’ago, sono stati inseriti nella lista dei 101 best seller più venduti di tutti i tempi, rispettivamente al 68º e al 92º posto.

Tra le opere principali di Ken Follett troviamo:

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