Le terme della Ficoncella
Su una collina alle spalle di Civitavecchia, a soli 4 km dal centro abitato, sorgono le terme della Ficoncella, il cui nome deriva dal fico che si trova all’interno del complesso termale.
Il contesto paesaggistico – ambientale nel quale sono inserite è molto suggestivo: sospese sopra il mare e la città, che paiono tanto vicini da poterli toccare allungando una mano, beneficiano dell’atmosfera agreste della campagna che le circonda.
Dalla struttura, che si sviluppa interamente all’aperto, si gode di un panorama emozionante. Di giorno, il blu del mar Tirreno, di notte, le sfavillanti e policrome luci del nucleo urbano e delle grandi navi da crociera attraccate al porto. Ma soprattutto, da questo belvedere, si può ammirare tramonti indimenticabili capaci di accarezzare l’anima.
Il complesso termale, dotato di un parcheggio recintato gratuito, offre cinque vasche con acqua ipertermale, docce solfuree con cui bagnarsi prima delle immersioni e un pozzetto per inalazioni costruito sulla sorgente.
Nel costo contenuto del biglietto d’ingresso (5 euro per i non residenti e 3 euro per i residenti) è compreso anche l’uso dei lettini posizionati sul prato. Dei distributori automatici fornisco snack, bevande e caffè che si possono consumare seduti ai tavolini. Inoltre, è utile ricordare l’obbligo di calzare ciabatte per l’accesso alle vasche, le quali vengono svuotate e ripulite ciclicamente una alla volta per garantirne l’igiene.
L’acqua termale della Ficoncella è definita da molti come l’acqua dei miracoli e le sue virtù sono osannate in antichi e simpatici detti locali come questo:
Se te voi guarì al ficoncio a da veni’.
Al di là del folclore popolare, un testimonial d’eccezione che celebrò la salubrità delle sorgenti della Ficoncella, dopo averne tratto grande beneficio, fu Giuseppe Garibaldi.
L’Eroe dei due mondi fu affetto da artrite reumatoide. I sintomi della malattia si manifestarono durante l’esilio in Sud America tra il 1836 e 1848. Con il passare degli anni la patologia si cronicizzò, sfociando talvolta in fasi acute che arrivavano a essere invalidanti. Si riporta che nel 1850, costretto a lasciare di nuovo l’Italia dopo la caduta della Repubblica Romana e giunto a New York dopo 33 giorni di navigazione, Garibaldi ebbe bisogno di aiuto per scendere dalla nave a causa dei dolori provocati dai reumatismi.
Indubbiamente i continui scontri, le marce estenuanti e i ferimenti contribuirono a esacerbare i disturbi. In particolare, la ferità alla caviglia destra riportata nel 1862 nella battaglia dell’Aspromonte gli procurò una certa permanente invalidità. Una lesione che ebbe un decorso clinico travagliato e protratto, tanto da indurre alcuni ad abbracciare teorie complottiste: ferito il 29 agosto, il proiettile, di cui era stata ipotizzata la presenza dal medico che lo soccorse sul campo, fu estratto solo il 23 novembre per i dubbi di celebri luminari inviati dal governo del neo proclamato Regno d’Italia, esponendo il generale a rischio di setticemia e di osteomielite.
Garibaldi, con l’avanzare dell’età, iniziò a curare l’artrite con soggiorni nelle più famose località termali italiane, ma senza trarne importanti benefici. Tuttavia, invitato dal comune di Civitavecchia a sperimentare gli effetti benefici dei bagni caldi della cittadina, la raggiunse il 12 luglio 1875. Qui, seguito dal medico Romolo Piattelli, si sottopose a una terapia termale antiartritica in una vasca di Villa Lucchesi, dove veniva trasportata l’acqua della sorgente della Ficoncella.
Grazie alle cure, la salute dell’Eroe migliorò rapidamente, tanto da consentirgli di deambulare con l’aiuto di un bastone. Di seguito riporto la lettera che spedì al Piattelli il 10 agosto 1875:
Egregio Sig. Dottore
La bonaccia mi alletta, e se continua partirò per Caprera domani proponendomi di continuare la cura dei bagni termali tra una ventina di giorni al mio ritorno. Con soli 23 bagni ho sostituito il bastone alle grucce. Mi resta a porgervi una parola di gratitudine per la cura gentile usatami e sono sempre vostro.
Questa testimonianza attesta chiaramente le straordinarie proprietà taumaturgiche delle acque della Ficoncella. Fatto sta che dopo il soggiorno del generale, già nel 1876 il Municipio deliberò di fabbricare a sue spese, sul lungomare Viale Garibaldi, il grandioso Stabilimento Termale Traiano alimentato dalla stessa polla miracolosa. Inaugurato nel 1881, divenne molto rinomato e frequentato fino a quando i bombardamenti anglo-americani non lo distrussero nel 1943.
Ma andiamo ora ad analizzare nello specifico le caratteristiche delle acque termo-minerali presenti nella struttura della Ficoncella. Sgorgano dalla sorgente trasparenti e incolori a una temperatura tra i 53 e i 60 gradi centigradi per raggiungerne i 40 nelle vasche di raccolta. Appartengono alla classe delle acque solfato calciche leggermente alcaline e non sono caratterizzate da odori solforici forti per l’assenza di acido solfidrico.
Sono indicate per patologie artro-reumatiche, dell’apparato respiratorio e otorinolaringoiatrico, nonché per la cura di postumi traumatici, ulcere, piaghe, ferite suppuranti e flemmoni. In particolare, sono straordinarie le loro proprietà cicatrizzanti.
Una curiosità, nelle acque della Ficoncella è presente l’allume, minerale molto diffuso nel territorio circostante. Ad Allumiere, un borgo che sorge a pochi chilometri sui primi rilievi dei monti della Tolfa, si trovano le antichi miniere di questo sale che in passato veniva usato come mordente per tingere la lana e per rendere ignifugo il legno. La loro gestione fu uno dei motivi che acuirono i contrasti tra la famiglia dei Medici e quella dei Pazzi che nel Rinascimento condussero alla celeberrima congiura per l’egemonia su Firenze.
Visitare le terme della Ficoncella non è solo un atto di amore e di cura per il nostro corpo, ma anche un’occasione per scoprire un territorio ricco di storia. Accanto alla struttura sorgono i resti dell’antica città romana di Aquae Tauri, costruita su un preesistente abitato etrusco. Molto suggestiva è una grande vasca a gradini che fungeva da calidarium di un impianto termale.
Qui si collocano i mitici fatti della leggenda riportata nel diario di viaggio del poeta Rutilio Claudio Namaziano del V secolo d.C. e da cui molto probabilmente derivò il nome dell’urbe. La storia narra che un toro di origine divina avrebbe raspato la terra prima di iniziare una lotta e in quell’esatto punto sarebbe scaturita la sorgente di acqua sulfurea dalle benefiche proprietà che ancora oggi polla sulla collina.
L’antico abitato iniziò la decadenza quando l’Imperatore Traiano all’inizio del II secolo d.C. decise di costruire un grande porto nell’odierno territorio urbano di Civitavecchia e fece erigere una sua grande villa. Inoltre, ristrutturò, ampliandolo notevolmente, un complesso termale che sorgeva non distante da Aquae Tauri e che oggi è identificato con il nome di Terme di Traiano. Arrivò a rappresentare uno dei più importanti centri termali di età romana di tutta l’Etruria meridionale.
Questo sito archeologico, che è si può visitare, si divide principalmente in 2 aree: una di età repubblicana (I sec. a.C.) costruita in opus reticolatum e una di età imperiale (II sec. d.C.) costruita in laterizio. Tra le rovine si conservano vasche, sale massaggi ed ambienti vari, il tutto ornato da fregi, mosaici e marmi.
Credo che dopo un soggiorno in pieno relax alle terme della Ficoncella non possa mancare una passeggiata sul bel lungomare di Civitavecchia. Oltre a trarre i benefici dallo iodio marino, si può cogliere l’occasione per fermarsi a mangiare in uno dei tanti ristoranti tipici e magari anche raggiungere il suggestivo Forte Michelangelo.
In conclusione, una visita alle terme della Ficoncella dà una risposta esaustiva al nostro benessere olistico, dove non viene curato solo il corpo, ma anche nutrita la mente con interessanti proposte culturali e rigenerata l’anima nell’immersione nella bellezza.
Libro suggerito da mettere in valigia
Sinossi
Una guida per intraprendere un viaggio alla scoperta delle sorgenti e delle acque salutari del Lazio: non solo quelle delle terme più famose, anche le piscine naturali di acqua calda, le fonti curative più nascoste, le sorgenti minori e meno conosciute.
Ogni angolo di territorio ha le sue acque e per ciascuna sono illustrate le proprietà, l’uso e i percorsi per raggiungerle. Una ricerca volta a far conoscere ancora più a fondo gli ambienti naturali della regione, come pure gli aspetti ludici delle terme e la piacevolezza dei loro trattamenti.
Dettagli libro
Titolo | Terme & acque minerali del Lazio note, meno note, sconosciute |
Autori | Erio Rosetti – Luca Valenti |
Editore | Le Lettere |
Genere | Guida |
Formato | Libro |
Pagine | 192 |
Pubblicazione | Gennaio 2006 |
Prezzo | 19 euro |