Rubrica: un week end e un libro.

Le terme libere di Petriolo

Getto di acqua termale sorgiva

C’è un luogo incantato tra Siena e Grosseto. Un’oasi di rigenerazione per l’anima, la mente e il corpo, dove Madre Terra proclama la sua generosità terapeutica offrendola in un contesto di straordinaria bellezza consolatrice. Già, un portale capace di ricondurre l’essere umano in una dimensione di benessere e consapevolezza. Oltre le ansie, oltre i turbamenti di sovrastrutture sociali divenute sempre più invasive e tossiche. Oltre…, almeno per un po’. Almeno per un fine settimana.

Le terme libere di Petriolo, dette anche Bagni di Petriolo, si trovano lungo la boscosa valle del fiume Farma, immerse nella riserva naturale del Basso Merse. Raggiungerle è facile: si prende la superstrada che collega Siena a Grosseto e si imbocca lo svincolo al km 27 per chi proviene dalla Città del Palio o al km 45 per chi giunge dal Capoluogo Maremmano. Una serie di tornanti in discesa e in pochissimi chilometri si arriva.

Qui, cristallini getti d’acqua termale color berillo sgorgano dal terreno alla temperatura di 43° e sono raccolti in bianche vasche litiche, la cui superficie è resa simile al marmo dai residui minerali. Un’acqua alquanto rara dalle caratteristiche chimico-fisiche estremamente complesse. Vi è presenza di idrogeno solforato, anidride carbonica libera, calcio, fluoro e non mancano ioni cloruro, solfato e idrogeno carbonato. Insomma, quasi una pozione alchemica i cui elementi si sono amalgamati lentamente al calore del mantello terrestre.

Immergersi in quelle acque è un po’ come essere avvolti in una calda coperta tra le braccia di una madre. Sì, di Madre Terra. E si ha l’impressione di regredire bambini, sentendosi protetti, accuditi, amati.

Vasca termale

Le piscinette, comunicanti tra loro con canalette di deflusso, degradano terrazzate, così da permettere la riduzione della temperatura dell’acqua. In questo modo, ognuno può scegliere la conca termale più adeguata alla sensibilità della sua pelle e alla stagione. Nello specifico, ai piedi del declivio, si trova una vasca particolarmente appropriata nel periodo estivo, dove l’acqua sulfurea si mischia con quella limpida e fresca del fiume. Queste caratteristiche permettono di sperimentare i classici tre ambienti termali: il calidario, il tepidario e il frigidario.

Per chi non ha problemi di cuore, il passaggio dall’acqua calda a quella fredda del fiume dà uno shock termico corroborante per il corpo ed elasticizzante per la pelle. Inoltre, tuffarsi nel rio permette qualche bracciata a nuoto. Ma per chi volesse immergervi solo le gambe, è gradevole percepire i pesciolini effettuare una sorta di peeling naturale ai piedi, magari mentre a poca distanza un germano con dietro i suoi anatroccoli scivola sull’acqua rigandola leggermente.  

Concentrarsi sul gorgogliare sommesso delle acque, sullo stormire delle foglie, sul cinguettio degli uccelli produce un profondo effetto rilassante, potenziato da una sorta di cromoterapia che deriva dalle tinte del bosco, del fiume, delle vasche termali e del cielo.

Vasca termale

Le Terme di Petriolo erano già note ai Romani: le cita Cicerone in un’orazione e Marziale in un epigramma. In verità, ci si può spingere a ipotizzare una frequentazione delle sorgenti in epoca precedente, essendo stati rivenuti nella zona alcuni resti etruschi.

Il toponimo, che ancora oggi contraddistingue i bagni, invece, è di origine medioevale. Nei documenti della Repubblica Senese, troviamo che interventi di ristrutturazione sul sito furono ordinati sia nel corso del XIII che del XIV secolo. Ma fu nel Quattrocento che ebbe termine l’opera di incastellamento: nel 1404 il governo di Siena ordinò di fortificare il borgo di Petriolo per la sicurezza dei bagnanti. Così, fu elevata una cortina di alte e merlate mura in pietra, dotate di una sola porta. Ancora oggi è possibile ammirarle nei tratti recentemente restaurati nel loro sobrio stile gotico.

Una volta resi sicuri e dotati di strutture di accoglienza adeguate, i Bagni di Petriolo presero a essere frequentati da grandi personaggi, attratti dalle tanto decantate proprietà delle acque. C’era chi voleva curare la gotta, chi i bronchi, chi i reumatismi, chi le ulcere. Così vi giunsero il famoso condottiero Niccolò Piccinino nel 1434, il pontefice Pio II nel 1460, 1462 e 1464, Alessandro Gonzaga e molti membri della famiglia dei Medici.

Il fiume Farma adiacente alle vasche termali.

Le terme libere di Petriolo accolgono famiglie, gruppi di giovani, solitari amanti del relax, persone che abbracciano valori del movimento New Age. Un eterogeneo assortimento di individui che qui godono del benessere offerto dalla natura con reciproco rispetto e accettazione. Non di rado lingue e dialetti diversi si mescolano in conversazioni di sottofondo. In questo sito termale i valori di inclusione, integrazione, livellamento sociale e contaminazione culturale hanno un’implementazione spontanea, in cui riecheggia la tradizione delle terme pubbliche (gratuite) dell’antica Roma.

Resti delle strutture medioevali.

Nei pressi dell’area si trovano bancarelle che propongono oggetti artigianali e chioschi ambulanti che vendono frutta, miele, bibite, panini. Ma per chi desidera un ristoro più strutturato, c’è una graziosa locanda in cui sono offerti aperitivi e pasti. Inoltre, chi desiderasse uno stabilimento termale senza barriere “architettoniche” e con servizi specifici, può usufruire di quello che sorge a poca distanza dal complesso naturale. In poche parole, I Bagni di Petriolo presentano un’offerta capace di rispondere a tutte le esigenze per gli amanti delle terme.

Non posso chiudere l’articolo senza menzionare l’associazione Gli amici dei Bagni di Petriolo: un gruppo di persone che ha come mission la preservazione delle terme libere e del contesto naturale nel quale sono inserite. Tra le altre cose, sono loro che si occupano di conservare in buone condizioni le vasche e migliorarle attingendo a semplici principi di idraulica.

Libro suggerito da mettere in valigia

Immagine di copertina

Sinossi

Erio Rosetti e Luca Valenti, attenti osservatori e curiosi esploratori della loro terra, hanno percorso un viaggio capillare attraverso il termalismo toscano, riportando osservazioni e descrizioni delle stazioni termali e delle sorgenti termominerali della regione, da quelle più famose a quelle semisconosciute o dimenticate. Questa guida illustra le benefiche proprietà di ogni singola acqua, le cure prestate negli stabilimenti e i percorsi per raggiungere le fonti, con informazioni sulla storia e sul territorio.

Dettagli libro

TitoloTerme & sorgenti di Toscana. Note, meno note, sconosciute
AutoriErio Rosetti – Luca Valenti
EditoreLe Lettere
GenereGuida Turistica
FormatoLibro
Pagine236
PubblicazioneOttobre 2013
Prezzo14,50 euro
Link di acquisto
https://www.amazon.it/Terme-sorgenti-Toscana-note-sconosciute/dp/8860876745
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