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“Paolo e Francesca. Romanzo di un amore” di Matteo Strukul.

Immagine di copertina

Sinossi

Due giovani alla scoperta dell’amore. Un destino travolto dalla storia. Una passione divenuta leggenda.

Fra le torri e i castelli dell’Italia medievale si consuma una delle più grandi storie d’amore di tutti i tempi, quella fra Paolo Malatesta e Francesca da Rimini.

Francesca ama i libri e le avventure di maghi e cavalieri, sogna un Lancillotto che le faccia battere il cuore. Nel suo destino, però, c’è un matrimonio combinato con il rozzo Giovanni Malatesta, guerriero spietato e conquistatore sanguinario. La sua sorte sembra già scritta, almeno fino a che Francesca non incontra Paolo, il fratello di Giovanni venuto a sposarla per procura. Nell’attimo in cui si scambiano il primo sguardo, i due cognati sono già perduti, condannati a bruciare di un sentimento impossibile da vivere a pieno eppure troppo doloroso da reprimere.

La loro passione, resa immortale da Dante Alighieri nel canto V dell’Inferno, rivive fra le pagine di questo romanzo insieme allo splendore dell’Italia del tempo, con le sue corti e i tornei, gli intrighi e gli inseguimenti. Paolo e Francesca è il grande affresco di un amore tormentato in cui mito e storia si intrecciano; una ricostruzione avvincente e al tempo stesso rigorosa di un’epoca che non smette mai di affascinarci.

Recensione

Paolo e Francesca. Romanzo di un amore è un libro di Matteo Strukul pubblicato da Nord-Sud Edizioni nel nell’ottobre 2022.

Si tratta di un romanzo storico nel quale lo scrittore ricostruisce la storia d’amore tra Francesca da Polenta e Paolo Malatesta, divenuta celebre grazie al canto V dell’inferno del Sommo Poeta.

Il romanzo, inizialmente ambientato a Ravenna, prosegue lungo le pericolose strade della Romagna del XIII secolo che conducono Francesca a Rimini. Qui, la trama si sviluppa tra il palazzo dei Malatesta e il loro castello di Gradara.

La protagonista viene promessa in sposa dal padre a Giovanni Malatesta, signore di Rimini, a seguito dell’aiuto da lui fornitogli nella presa del potere nell’antica capitale dell’Impero romano d’Occidente. Il matrimonio si celebra per procura: e Paolo, fratello di Giovanni, è il procuratore designato. Francesca ne è ignara e pensa che sia il suo sposo. Solo il giorno delle nozze le è tutto chiaro. Si sente tradita e ingannata dalla famiglia; offesa che il coniuge non l’abbia degnata della presenza in un momento così solenne. Per di più, il fascino e la bellezza di Paolo la turbano profondamente. Perché farle credere che fosse l’uomo scelto per lei? È frustrata.

Una serie di peripezie segna il viaggio che la porta a Rimini. Il fratello di Giovanni si dimostra un nobile cavaliere disposto alla morte per la sua incolumità. Questo contribuisce ancora di più a delineare quel fil rouge che sembra unire le loro anime. Ma è sconveniente e immorale prestare attenzione ai vagiti di un amore che sembra lottare per venire alla luce. Le emozioni vengono ignorate, rinchiuse in una prigione in fondo al cuore ed etichettate come capricci irrazionali.

Giunta al palazzo riminese dei Malatesta, Francesca rimane delusa da Giovanni. Non è solo una questione di aspetto fisico, ma di indole. Sì, è vero…, è zoppo, ma anche un guerriero forte e temuto. Se avesse avuto perlomeno un animo sensibile, avrebbe potuto sopperire, invece… Aspro, violento, orgoglioso, esigente, contribuisce a far cadere una cortina di gelo tra i due, alimentata dagli algidi e spietati meccanismi di corte. Dagli intrighi.

Francesca si trova catapultata in una realtà aliena. Si scontra con un modello di vita da cui era stata protetta nel contesto familiare di provenienza. Cresce in fretta nella disillusione, nella graduale estinzione dei sogni e delle speranze. Un bambino perso, una successiva gravidanza che non dà un erede maschio, il senso di inadeguatezza che l’avvolge e la soffoca. Sole consolazioni in quelle segrete esistenziali, i preziosi codici manoscritti che narrano di amori impossibili di dame e cavalieri, l’amicizia con Cornelia, fra Lupo e naturalmente il pensiero per Paolo.

Strukul, nella ricostruzione della storia, attinge a fonti storiche. In verità, scarse. Quindi, si trova a rammendare una tela che presenta molti buchi. Tuttavia, il quadro che crea potrebbe risultare molto prossimo alla realtà dei fatti. Questo grazie alla sua profonda conoscenza degli eventi storici del XIII secolo, degli usi e consuetudini dell’epoca, nonché della mentalità e delle dinamiche sociali. Un autore capace di disporre anche di un altro potente strumento: la sua non comune empatia.

Un romanzo eccellente che travalica il genere della narrativa storica, per arrivare a sfiorare quella esistenzialistica e sentimentale. Tuttavia, senza mai perdere la fluidità della trama, arricchita da colpi di scena e superlative descrizioni paesaggistiche: rese ancora più vivide dalla visita di Strukul ai luoghi palcoscenico dei fatti. In alcuni passi, come quelli ambientati nello scriptorium del monastero di Fonte Avellano si respirato atmosfere echiane.

Una penna ispirata quella di Strukul. La scrittura piana, a volte paratattica, con dialoghi serrati e realistici rende agevole e appassionata la lettura. Un libro sicuramente adatto a un target trasversale di lettori.

Chiosando, la storia di un amore che, inizialmente ignorato e rinnegato dagli stessi amanti, in seguito esplode in tutto il suo portentoso impeto. A volte anche trasgressivo. Sì, trasgressivo e immorale! Ma un amore che trova la redenzione nell’estremo sacrificio finale. Un amore, inno e simbolo di spontaneità, al di là di ogni conformismo sociale; capace di sgretolare ogni sterile artificio di politica utilitaristica dell’esistenza. Un amore che nel sangue e nella morte trova la sua immortalità scuotendo le coscienze.   

Dettagli libro

TitoloPaolo e Francesca. Romanzo di un amore
AutoreMatteo Strukul
EditoreNord-Sud 
GenereRomanzo storico
FormatoLibro
Pagine272 
PubblicazioneOttobre 2022
Prezzo9,90 Euro
Link di acquisto
https://www.amazon.it/Paolo-Francesca-Romanzo-Matteo-Strukul/dp/8893082985

Estratto

«Credi davvero di poter continuare così?» ringhiò Giovanni, ma la sua non era affatto una domanda. «Sono mesi che ci proviamo e non hai ancora saputo darmi un figlio! E fosse solo quello! La tua freddezza. Il modo che hai di guardarmi! Come osi essere tanto superba?» urlò, rovesciando una coppa di diaspro che finì a terra, andando in mille pezzi. «Se fossi un uomo, almeno potrei toglierti la pelle a frustate! Potrei picchiarti a sangue!» e mentre diceva così, pestò il pugno contro lo scrittoio, rischiando di fracassarlo.

Francesca non rispose.

«Taci, dunque? Non sono degno di risposta, di una tua risposta! Te ne stai sempre in mezzo a quei tuoi maledetti libri». Giovanni pronunciò quell’ultima parola con un tale disprezzo che parve quasi volerla insultare. «Almeno dimmi qualcosa, dimmi che cosa vuoi da me, che cosa ti eri immaginata. Parla!»

«Non obbedisco ai tuoi ordini. Non sono un tuo soldato».

«Me ne sono accorto, dannazione!» Giovanni prese uno dei codici manoscritti di Francesca dallo scrittoio. «Che cosa ci trovi qui dentro, eh?»

«Lascialo» disse lei, come se nelle sue mani potesse finire in frantumi. Per la prima volta la sua voce si incrinò. La sicurezza parve cedere il passo alla paura.

«Mi rispondi?»

«Qualcosa che non potrai mai capire».

«Già! Perché non so leggere, non è vero? È facile per te parlare. Non sei tu a dover combattere, a rischiare la vita contro i nemici della tua famiglia. Se così fosse, capiresti che è molto meglio imparare a usare la spada o andare a cavallo».

«Non ho mai detto che non siano nobili arti. Ma non escludono la possibilità di imparare a leggere». Francesca pronunciò quelle parole in maniera così sprezzante che non appena le disse comprese di averlo ferito.

«La tua lingua ha più veleno di quella di un serpente. Non capisco da dove venga la tua supponenza. Ma giuro che te la farò passare». Mentre diceva così, Giovanni sfilò un pugnale dalla cintura. La lama scintillò alla luce delle candele. Si accostò a Francesca, il volto a un palmo dal suo. Le mise il pugnale davanti agli occhi. «Se solo volessi, potrei cavarti un occhio. E allora non ti guarderebbe più nessuno».

«Provaci» disse lei, avvicinandosi, fin quasi a toccare la lama.

Lui non indietreggiò d’un passo.

«Se solo volessi».

«Fallo!» ribadì lei, incoraggiandolo. «Preferisco perdere un occhio che starti ancora a sentire».

Con un movimento talmente rapido da risultare quasi impercettibile, Giovanni cambiò impugnatura e falciò in discendente da destra a sinistra. La lama tagliò l’aria e, un istante dopo, una candela scivolò a terra, mozzata. Con il tacco dello stivale, Giovanni spense la fiamma. Mentre lo faceva, non staccò, nemmeno per un istante, gli occhi da quelli di Francesca. Un pungente odore di bruciato si propagò per la stanza…

Dichiarazione rilasciata dall‘autore

«Gli autori di romanzi storici sono da sempre una minoranza. È una scrittura molto difficile e complessa. C’è tantissimo studio alla base, le trame vanno gestite in coerenza con i fatti realmente accaduti, i personaggi realmente esistiti devono essere rispettati perlomeno nel loro spirito, va curata la verosimiglianza, la ricostruzione del tempo, l’ambientazione, va compresa la forma mentis dell’epoca…»

Cenni biografici sull’autore

Lo scrittore Matteo Strukul

Matteo Strukul è nato a Padova l’8 settembre 1973.

É laureato in Giurisprudenza, dottore di ricerca in Diritto europeo e membro della Historical Novel Society. Ha scritto numerosi libri storici di successo internazionale, fra cui la fortunatissima quadrilogia sui Medici. Con il primo volume della serie, Una dinastia al potere, ha vinto il Premio Bancarella.

Le sue opere sono in corso di traduzione in più di venti lingue e quaranta Paesi nel mondo. Dal suo romanzo Giacomo Casanova. La sonata dei cuori infranti, vincitore del Premio Salgari 2018, è stato tratto il kolossal teatral-musicale Casanova Opera Pop con le musiche di Red Canzian e per il quale Strukul ha scritto il libretto d’opera.

Riferimenti e contatti autore

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