
Rasiglia, l’incantato borgo dei ruscelli smeraldo.

In Umbria, nella Valle del Menotre, a 18 km da Foligno e a un’altitudine di 648 m, si trova un borgo medievale incantato dalla caratteristica forma ad anfiteatro. L’acqua cristallina dai riflessi smeraldo ne è l’assoluta protagonista. Imbrigliata da canaletti nelle vie, gioca, gorgoglia. Si getta in cascatelle, si raccoglie in vasche simili a laghetti, si insinua negli edifici. Ma soprattutto, dona vita e illumina di bellezza ogni cosa.
Sto parlando di Rasiglia, conosciuta anche come il Borgo dei ruscelli o Piccola Venezia.

Già, il paesello delle acque… Nei suoi immediati dintorni si trovano ben sei sorgenti, di cui una, la Capovena, sgorga proprio nella parte alta dell’abitato da una roccia all’interno di una grotta. Ed è lei ad alimentare il suggestivo spettacolo idraulico che rende Rasiglia un unicum paesaggistico – architettonico.
Entrare nel borgo da via Marco da Rasiglia, è come varcare un portale che conduce in un’altra dimensione. Sì, in una dimensione fatta di magnificenza e di luce, dove il concetto di tempo sembra dissolversi in un lento eterno presente.

Sulla via di sampietrini e lastre di selce si affacciano ristorantini e negozi di artigianato con osti e bottegai agli usci a conversare o invitare in modo discreto i visitatori. Dopo un breve tratto, su questa via in leggera salita che taglia il borgo, prendendo un vicolo a destra, si può raggiungere la Peschiera.
Giungervi è un respiro che rimane sospeso, un battito del cuore perso. Una grande vasca raccoglie tutte le acque che scorrono attraverso i canali del paese prima di lasciarle confluire nel fiume Menotre. In quest’utero litico vi si gettano con una cascatella, il cui mormorio distende e riconcilia. Un tripudio di verde smeraldo più o meno intenso, trasparente come il vetro. Un tempo il bacino veniva utilizzato per lavare le pecore prima della tosatura.

Già, la lana. Rasiglia fu legata per secoli alla sua filatura e tessitura. Vi si producevano stoffe pregiate. A partire dal XIV secolo, sfruttando l’abbondanza d’acqua, sorsero lungo il canale che attraversa il centro abitato gualchiere, lanifici e tintorie. Ma non mancarono anche concerie. L’acqua che dà la vita…, a questo borgo ha dato da sempre anche ricchezza.
Poesie e passi celebri di poeti e scrittori sono riportati su pannelli ai muri delle case. Il cammino tra i vicoli diventa un viaggio nell’anima, un risveglio di emozioni profonde destate da scintille di sensibilità fatte parole.

Tornando sulla via principale e proseguendo verso la parte alta del borgo, si trovano piazzette e viuzze laterali tutte adorne di canaletti, ponticelli, salti d’acqua, vasche. In alcuni edifici sono stati predisposti ambienti che espongono antichi strumenti per la filatura e la tessitura: telai, arcolai, cardatrici, gualchiere. Ma vi è anche la possibilità di ammirare un più moderno telaio meccanico Jacquard. Non dimentichiamoci che Rasiglia è stata riconosciuta sito archeologico industriale del tessile. Interessanti anche due mulini quattrocenteschi.
Piacevole entrare nei negozietti che espongono indumenti e accessori di cashmere, seta, pelle, naufragando piacevolmente nei colori o nell’odore del cuoio.

Alzando gli occhi verso il colle che sovrasta il borgo, si scorgono i possenti resti della Rocca di Rasiglia, nota anche come Castello dei Trinci. E lei pare osservare tutto quello che accade tra le vie. Un occhio vigile che fa sentire la sua presenza.
Fu costruita dai Trinci, signori di Foligno, tra il XIV e il XV secolo o, secondo alcuni ricercatori, solo ampliata e ristruttura. La sua funzione era di controllo della Valle del Menotre. La rocca, che si estendeva su tutta la sommità della collina, ospitava il castellano e una guarnigione di soldati. Ristrutturata recentemente offre un tratto di mura ben conservate, due torri difensive e i ruderi del mastio.

Per raggiungerla si deve prende via del Bosco. Il percorso è ovviamente in salita, ma la fatica è ben ripagata. Il panorama che si gode dall’antica fortificazione è mozzafiato: pare di essere sospesi in un volo di falco sulla valle e di poter toccare il borgo allungando una mano. Le panchine che corredano il sito permettono di sostare nel silenzio graffiato solo dal vento.

Se oggi Rasiglia rappresenta una preziosa gemma nel panorama dei borghi italiani, il merito va agli abitanti che ne hanno saputo cogliere la bellezza paesaggistico – architettonica e valorizzarla. Una comunità che non ha mollato ed è stata capace di convertire la sua vocazione.
Fino agli inizi del Novecento, il paese fu un centro fiorente grazie all’attività di mulini, lanifici e tintorie, ma nel Secondo dopoguerra gli opifici si spostarono verso Foligno e il paese si svuotò. Il terremoto del 1997 parve aver assestato il colpo definitivo, portando al completo spopolamento.
Ma alcuni, i più irriducibili, ebbero il coraggio di credere nella bellezza del luogo e nella sua unicità. Con determinazione e spirito d’iniziativa trasformarono Rasiglia in uno dei borghi più ammalianti e visitati d’Italia.

Oggi visitare questo paese, legato inscindibilmente alle acque, vuol dire fare un salto nell’incanto, dove il cuore e la mente vengono rasserenati e il tempo evapora.
Libro suggerito da mettere in valigia

Sinossi
“Gentile, essenziale, genuina, con un ventre di tesori nascosti e un cuore di verdi boschi, l’Umbria custodisce innumerevoli opere d’arte, borghi incantati e città indimenticabili.” In questa guida: attività all’aperto, borghi, cattedrali, eremi, artigianato, viaggiare con i bambini.
Dettagli libro
Titolo | Umbria |
Autori | Anita Franzon e Remo Carulli |
Editore | Lonely Planet Italia |
Genere | Guida turistica |
Formato | Libro |
Pagine | 304 |
Pubblicazione | Maggio 2023 |
Prezzo | 24 euro |
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