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“Di albe e di occasi” di Grazia Procino.
Recensione Se penso a Di albe e di occasi, (Macabor 2021, con la bellissima prefazione di Alessandra Corbetta), terza fatica poetica di Grazia Procino, dopo l’eleganza classicheggiante di Soffi di nuvole (Scatole parlanti, 2017) ed il mondo tragico di E sia (Giuliano Ladolfi Editore, 2019), penso immediatamente al celebre scritto di Saba del 1911, in cui il poeta triestino invitava gli artisti a fare ”poesia onesta”, distinguendo questa nettamente da una versificazione eccessiva, artificiosa, volta a stupire il lettore con la sua inautenticità manifesta, con una ricercatezza formale fine a se stessa. Con la sua falsità formale e morale. Ecco, la Procino parte da queste semplici idee. Onestà verso se…