Recensioni

“Un Fiore nasce ovunque” di Andrea Cangiotti.

Immagine di copertina

Sinossi

Heléna è una bambina siriana che vive la guerra con la speranza di poter trovare vita in ogni cosa usando l’immaginazione che suo padre Magnus le ha tramandato.

Quando la nonna Ester, una donna che ha lavorato la terra fino alla fine dei suoi giorni, e suo padre sempre propenso a congetturare strane filosofie rivoluzionarie, muoiono, la bambina inizia un viaggio senza meta lasciando la madre Margherita con il fratello Eric che ha un particolare vizio: mangia fiori.

Per curare questa cattiva abitudine Heléna racconta favole al fratello ed è così che, approfittando delle proprie esperienze durante il viaggio, dei luoghi che vede e delle persone che conosce, decide di scrivere nel proprio quaderno una serie di racconti fantastici.

Prefazione di Pino Finocchiaro.

Recensione

Un Fiore nasce ovunque è un libro di Andrea Cangiotti, edito da Santelli Editore nel febbraio 2019. L’idea da cui si sviluppa il libro è buona, ricca di contenuti sociali e valori umani che meritano attenzione. E sono convinto che quando Pino Finocchiaro ha deciso di scriverne l’introduzione abbia tenuto conto di questo.

Heléna è poco più di una bambina. Siriana. La guerra è calata nella sua vita avvolgendola come in un mantello oscuro. Un mantello che non lascia passare la luce del sole, della speranza, del futuro. Ma lei non vuole cedere a un’abulia esistenziale, a un’inerme attesa che le stigmate della barbarie bellica le sfregino il cuore e i sogni. Prima si ribella, alla brutale e asfittica condizione, combattendo con le armi della fantasia, poi, alla morte del padre, intraprendendo un viaggio alla ricerca di luoghi dove la parola “pace” avesse ancora un volto verace.

Ha un quaderno con sé, nel suo peregrinare. Un amico caro e fidato. Lì, scrive storie che le ispirano circostanze, persone, posti. Un prezioso dono che offrirà un giorno, forse, al fratello minore rimasto a casa.

Questi racconti diventano storie nella storia. Si potrebbe definirli fiabe. Già, perché della fiaba hanno lo scopo di intrattenimento e divertimento, i risvolti morali, la dimensione fantastica.

Lo stile di scrittura della Cangiotti muta nel corso della narrazione. Nel descrivere l’esperienza di viaggio di Heléna, è ricercato, a tratti sofisticato: vi si avverte un’ostentata tensione verso una prosa poetica sperimentale. Forse una volontà della scrittrice per evocare atmosfere oniriche, quasi psichedeliche, a tratti angoscianti. D’altro lato, nei racconti la scrittura si fa alquanto scorrevole, accessibile.

Nel complesso, l’opera risulta interessante. Vi si manifesta una forte volontà di sensibilizzazione verso temi oggi più che mai attuali, quali la salvaguardia dell’ambiente, la scelleratezza dei conflitti armati, il dramma dei viaggi della speranza. E vi si celano, oltre che tanti segnali, sparsi qua e là, di una buona conoscenza della Cangiotti di nozioni di psicologia, alcuni concetti ermetici offerti in forma allegorica.

Una pubblicazione originale che necessita di una lettura consapevole per essere compresa appieno.

Dettagli libro

TitoloUn Fiore nasce ovunque
AutriceAndrea Cangiotti
EditoreSantelli
GenereNarrativa
FormatoLibro
Pagine155
PubblicazioneFebbraio 2019
Prezzo9,90 Euro
Link di acquisto
https://www.amazon.it/fiore-nasce-ovunque-Andrea-Cangiotti/dp/8832040514

Estratto

Camminavo e pensavo. Ai piedi due scarpe testimoni della guerra, il loro aspetto come se si fossero azzuffate fra loro regalò bocche a quel tessuto. La mia voce secca e inerme per la polvere che respiravo aveva trovato degli amici. Per chi volesse sapere da che zona della Terra provenivo, le mie scarpe sfinite avrebbero parlato al mio posto. Un posto che se lasciavo abbandonato nel silenzio non riconoscevo come mio.

Le orecchie che ancora avevo, sterminate di rumori fragorosi, si erano tramutate in un buco insolente di cavità sonore sconosciute ai sordi. La quiete incalzante dei miei passi affondava nella sabbia molle d’acqua, il fruscio dei sassi sotto la pelle ruvida tramortiva il senso del tatto. La consolazione era che da toccare, purtroppo, non c’era più niente. Per avere ancora intatta la mia risolutezza avevo bisogno di punti di riferimento.

Fissai di nuovo le scarpe e decisi di dare loro un nome: la scarpa destra la chiamai Rosa, la sinistra Margherita, i miei due fiori preferiti. Con loro due potevo offrire delucidazioni qualora queste fossero state richieste. Da chi, non potevo saperlo. Erano giorni che parlavo solo al vento, che dolcemente accompagnava il mio eco verso altre Terre come fosse un fil di fumo in richiesta di aiuto. Speravo che il mio linguaggio dei piedi non incitasse azioni di difesa. Buffa, al massimo, poteva sembrare una bambina che, invece di muovere le labbra, agitasse le scarpe sfiorite dal commiato verso luoghi dove la parola “pace” avesse ancora un volto verace.

Dichiarazione rilasciata dall‘autrice

“Scrivere per me significa poter regalare emozioni a ogni persona indistintamente. Credo che la scrittura abbia questo grande potere: arrivare nel cuore di chiunque. Affido ai miei libri anche un carattere educativo, insito nel messaggio che ogni volta voglio lasciare. Scrivere è una prova anche con me stessa: un modo per migliorare e per capire il mondo che mi circonda.  Una persona che scrive compie simultaneamente più azioni: ragiona, ricerca, elabora, sintetizza e crea. Un modo fantastico per colorare la vita.”

Cenni biografici sull’autrice

La scrittrice Andrea Cangiotti

Cenni biografici sull’autrice

Andrea Cangiotti è nata a Urbino il 28 febbraio del 1987, dove si diploma presso il liceo classico Raffaello e nel 2014 consegue la laurea in Giurisprudenza. Successivamente sostiene l’esame per l’abilitazione all’esercizio della professione forense. Nell’aprile 2020 consegue un master in materie giuridico-economiche.

Dal 2017 ricopre il ruolo di segretaria in ambito organizzativo e legale per il progetto Urbino Città Ideale: il Futuro dentro la Storia.

Nel febbraio 2018 viene ammessa nella Giuria Popolare dei 300 Lettori della 56esima edizione del Premio Campiello.

A dicembre 2020 lavora come editor al libro fotografico in edizione limitata di Tony Arbolino (Vice Campione Moto3 2020). Da febbraio a giugno 2021 è consulente editoriale per Samya Ilaria Di Donato (trainer ispirazionale in cromo discipline). Da luglio 2021 lavora come Copy Writer per l’azienda Best-Group SRL di Stefano Bedon (promozione, marketing e organizzazione eventi nel Motomondiale).

La sua esperienza editoriale inizia nel 2015, quando scrive un saggio multidisciplinare intitolato L’Uomo al servizio dell’Universo e pubblica per Edizioni Accademiche Italiane (EAI) il saggio-tesi dal titolo Definizione e limiti applicativi della fattispecie di tortura.

Nel 2018 esce con il suo primo romanzo La Quarta Ragnatela edito da Edizioni Eracle. Nello stesso anno, sempre con la medesima casa editrice, va in stampa con una silloge poetica La poesia del viaggio.

Nel febbraio 2019 arriva il suo secondo romanzo Un Fiore nasce ovunque, edito da Santelli Editore con la prefazione del giornalista di Rai News 24 Pino Finocchiaro. Il 2019 è anche l’anno di una seconda silloge di poesie Strappi Musicali (Le Mezzelane Casa Editrice) e di una biografia, scritta a quattro mani, su Paolo Vezzani dal titolo Sempre avanti, mai indietro. La mia vita alternativa (Diarkos Edizioni).

Nel 2020 pubblica il saggio Il sistema affidi italiano. Criticità di un mondo da rivedere (Santelli Editore), con l’Avv. Cristina Franceschini, il contributo del Dott. Paolo Cioni e la prefazione del giornalista Maurizio Tortorella.

Infine, nel 2021, è la volta del suo terzo romanzo “Le Ceneri della Vita” (Le Mezzelane Casa Editrice), con la prefazione del giornalista Giacomo Di Girolamo.

/ 5
Grazie per aver votato!