Recensioni

“Vite convergenti” di Elisabetta Fioritti.

Immagine di copertina

Sinossi

Chiara e Dario attraversano l’esistenza col suo carico di ostacoli, cadute e delusioni, sempre presenti nella vita di ognuno e che segnano il confine tra il mondo immaginario, auspicato e sognato, e quello reale.

Su questo percorso, in salita, spesso tortuoso, si innestano o, per rimanere fedeli al titolo, convergono altre strade, fatte di incontri che determinano il cambiamento.

I nostri protagonisti vivono un mondo contemporaneo, duro e precario, che spesso pare non avere posto per i giovani. Tentano perciò diverse strade, compreso il trasferimento all’estero, pur di riuscire a realizzare i propri sogni. Poi accade qualcosa, un incidente, che rimescola le carte e rimette tutto in discussione, ma al tempo stesso fa comprendere molti valori fondamentali. Senonché, quando tutto pare risolto, si ricomincia a lottare, a vivere. Con loro, altri personaggi, la famiglia, gli amici, qualche vecchia fiamma, ognuno con una funzione precisa nel mosaico che si compone e ciascuno con le sue battaglie intime, che vanno a incrociare e a completare le esistenze degli altri.

Di qui il titolo, perché nessuno nasce e muore da solo e la vita di ognuno di noi è il risultato di scelte personali e di incontri, che ci accompagnano, a volte per brevi tratti, a volte per sempre.

Recensione

Vite convergenti è un romanzo edito da Bertoni Editore nel marzo 2021.

Il libro cattura il lettore fin dalle prime pagine grazie alla scorrevolezza e alla vicinanza delle vicende dei protagonisti alla vita reale, quella di tutti i giorni.

Come si deduce dal titolo, quello di Chiara e Dario può apparire un amore predestinato, capace di resistere alle insidie più pericolose: una fiamma del passato che ritorna, un figlio perso, un agghiacciante incidente. Nelle pagine della Fioritti, l’amore non è solo descritto nella sua accezione positiva, come espressione di gioia e condivisione dei momenti più belli, ma anche come sacrificio, sforzo empatico, capacità di perdono, accettazione dell’altro gestendone i difetti e controllando le proprie emozioni. Già, quelle emozioni a volte irrazionali che minano spesso la famiglia, intesa come rifugio e ristoro dell’essere, ma anche come fortezza contro le avversità dell’esistenza.

Chiara è cosciente che il marito non potrà mai dimenticare il primo amore della sua giovinezza: un sentimento acerbo, totalizzante, passionale, destabilizzante che lo sconvolse. Rappresentò il primo scontro con la vita, con la sua imprevedibilità, la sua relatività, la sua algida insensibilità, ma soprattutto con la tensione carnale che non di rado la governa. Conobbe, subendolo, il tradimento reiterato e gli sconvolgenti turbamenti che ne conseguono. L’angelo era caduto dall’Eden; l’essere puro e utopico, ora, avrebbe dovuto divenire uomo. Quelle emozioni, come le conseguenze del “peccato originale”, non potevano essere cancellate, ma sicuramente, se affrontate ed elaborate, avrebbero portato a una maggiore consapevolezza e a una migliore gestione della natura umana. Chiara aiuterà Dario in questo. A costo di perderlo, gli chiederà di fare i conti con il fantasma di Viola che il destino improvvisamente riesuma e lo fa convergere nelle loro vite.

Il legame che unisce Chiara e Dario va oltre i ricordi, va oltre l’attrazione fisica: è comunione di progetti, aspirazioni, intenti. Sono vite pellegrine verso un fine comune: la realizzazione in senso affettivo nel nucleo familiare, in cui si inseriscono armonicamente le ambizioni lavorative. Chiara riesce, non senza difficoltà, a essere madre, moglie e a portare avanti la carriera lavorativa; dal canto suo Dario si afferma come architetto, grazie proprio al coraggio di lei nel seguirlo a Berlino.

Quindi, la famiglia non è mai intesa come perdita di autonomia o di opportunità. No! Anzi, è strumento che ne arricchisce le componenti. La Fioritti sottolinea l’equilibrio che predomina nell’amore tra Chiara e Dario, liberi di scegliere di stare insieme, liberi di condurre le vite che entrambi desiderano e che per destino convergono nella stessa direzione. Due metà perfettamente complementari, che combaciano nelle gioie e nel dolore.

Merito della scrittrice è di rendere straordinarie vite ordinarie, descrivendo con pragmatismo, lucidità e, a volte, anche con tratti poetici gli episodi di quotidiano eroismo dei personaggi. Caratteristica della Fioritti è di far emergere con abilità i profumi e gli odori che avvolgono ogni scena. Questo conferisce, grazie alla potente capacità evocativa e suggestiva dell’olfatto, realismo alla narrazione, dando l’impressione al lettore di trovarsi all’interno del racconto. La scrittura è scorrevole, pulita, simmetrica.

Un libro piacevole che molto probabilmente vi dispiacerà abbandonare, dopo aver letto l’ultima pagina.

Dettagli libro

TitoloVite convergenti
AutriceElisabetta Fioritti
EditoreBertoni
GenereNarrativa
FormatoLibro
Pagine252
PubblicazioneMarzo 2021
Prezzo16 Euro
Link di acquisto
https://www.amazon.it/Vite-convergenti-Elisabetta-Fioritti/dp/8855352822

Estratto

C’era nell’aria un lievissimo sentore di primavera. Non lo avresti detto, guardando il cielo, a tratti color piombo, dove le nubi si stavano addensando sempre più rapide, dividendosi tra l’azzurro di marzo e il grigio di novembre. Eppure, quel cielo incerto, quasi tappezzato di macchie turchesi alternate a nuvoloni scuri, era l’essenza stessa della primavera. Pazza, imprevedibile, portatrice di aromi lontani, l’aria leggera che profumava di mare, di voglia di sole, di erba tenera gravida di germogli. Aria che sapeva di festa, di rinnovamento, la pelle che si scopre dopo i grigiori dell’inverno. Primavera che risveglia le viscere, solletica il naso col suo aroma di vita, fa miagolare i gatti nella notte, accende di desiderio il sangue degli uomini, di speranze l’anima dei ragazzi, di nostalgia, dolce e struggente, il cuore dei vecchi.

Dario scrutava il cielo, timoroso di un acquazzone improvviso. Sapeva quanto fosse imprevedibile il clima in quel periodo dell’anno, ma lui non amava gli ombrelli, le sciarpe, i cappelli, tutto quello che gli dava l’impressione di essere costretto, soffocato. Lui amava essere libero, anche nel vestire. Era sempre controcorrente. “Vestito da architetto” come diceva Chiara. Dario non aveva mai capito se quello fosse un complimento o una presa in giro, ma era più forte di lui…

…Riuscì ad arrivare all’appuntamento del convegno senza bagnarsi, poi si scatenò il diluvio. Un temporale, repentino e furioso, i cui tuoni scuotevano l’aria con improvvisi boati. Il salone che ospitava il convegno aveva tutte le luci accese.

All’improvviso sembrava scesa la notte.

Dichiarazione rilasciata dall‘autrice

Amo raccontare la vita, a tutto tondo, con le sue cadute e le risalite, le lacrime e i sorrisi, attimi infiniti ed eterni in cui pare di essere tutt’uno con l’universo e momenti di caduta rovinosa, dove la terra ti inghiotte e i colori svaniscono. Ma è questa la sfida, ha il suo fascino, anche quando sei rannicchiata nella terra a cercare la forza di risollevarti.

Ed è quel che accade ai miei ragazzi, Dario e Chiara, i protagonisti del romanzo. Sono come figli, li accompagno nelle pagine e seguo i loro progressi, ho compassione degli errori, dei dolori, gioisco per i successi. Nascono autonomamente dal mio cuore, insieme agli altri personaggi che li attorniano. Sono giovani e oggi essere giovani significa rappresentare l’anello debole della catena, in un tempo così avaro di occasioni. Ma i giovani hanno una forza, una spinta creatrice rara, che dà loro il coraggio di spingersi oltre, di avere una visione. Dario e Chiara si trasferiranno all’estero, a Berlino, città simbolica, culla di rinascita, di riappacificazione e di ricostruzione dopo le lacerazioni del passato, dopo il buio dell’Olocausto, l’innalzamento e la successiva caduta del Muro.

È uno strappo col passato, un passo senza possibilità di scelta, un salto nel buio. Ma loro credono nella preparazione, nello studio e nella competenza e si aspettano qualcosa in cambio. Li mandiamo via, figliastri in cerca di fortuna.

Questo racconto è insieme la storia dei chiaroscuri di una vita lunga, dove ognuno ha bisogno degli altri. Dove le vite convergono perché si realizzi uno scambio, un arricchimento di umanità. È anche la storia di un amore, tenace e profondo, che subisce molti violenti scossoni ma si ricrea ogni volta, si frantuma e poi, forse, si ricompone. A voi scoprirlo”.

Cenni biografici sull’autrice

La scrittrice Elisabetta Fioritti

Elisabetta Fioritti, nasce in Puglia, vive a Torino e in altre città piemontesi, poi a Roma. La sua passione è la scrittura, che si porta dentro fin dall’adolescenza, rafforzata dagli studi umanistici.

Pubblica il suo primo romanzo L’odore dei giorni con Tekeditori, nel 2017. Scrive poesie e racconti, per i quali riceve diversi riconoscimenti e che le vengono pubblicati su antologie, riviste, calendari. Tra gli altri, Premio Emozioni, secondo posto e menzione d’onore, Premio Letterario Internazionale “Giovannino vive”, primo posto 2019. Menzione d’onore per la poesia A mia madre nel prestigioso Premio Letterario Città di Grosseto – amori sui generis. Primo Concorso Nazionale Narrativa d’amore, secondo posto.  Terzo posto al Premio letterario Parole sotto l’albero e numerose menzioni ricevute in altre competizioni letterarie. Il suo ultimo romanzo, Vite Convergenti, è uscito a marzo del 2021, con Bertoni Editore.

Altra sua passione la pittura, che esercita specializzandosi nella tecnica a terzo fuoco su porcellana. Vive a Roma col marito e, qualche volta, il figlio.

Riferimenti e contatti autrice

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